Modificato il: 29/08/2025
THCA: ecco cosa c’è da sapere
Lo sappiamo, lo sappiamo, quando si parla di principi attivi o di cannabinoidi si pensa esclusivamente a THC e CBD. Probabilmente saprai che ce ne sono degli altri e che loro interazione può dare luogo al tanto discusso effetto entourage.
Sistema endocannabinoide? Nessun problema.
Ma ora stiamo per dare una svolta a tutto questo con un altro composto: il THCA.
Considera che le piante di cannabis producono oltre cento cannabinoidi diversi, che contribuiscono tutti all’effetto di una certa esperienza di fumo, vaping, edible o topica. Anche se molti lo ignorano, il THCA fa parte della pianta ed è ora di saperne di più.
Continua a leggere questo articolo e scopri il ruolo di questo cannabinoide poco noto.
Che cos’è il THCA?
Il THCA è la forma acida del THC, il cui nome completo è acido tetraidrocannabinolico.
Quando una pianta di cannabis matura e le sue cime crescono, il suo contenuto di terpeni e cannabinoidi inizia a svilupparsi. Il primo cannabinoide che la pianta sviluppa è il CBGA, chiamato anche la ‘madre di tutti i cannabinoidi’ perché alla fine si scinde e produce cannabinoidi primari, come il THCA e il CBDA.
Il THCA non è intossicante se ingerito. Dal punto di vista chimico, ha un anello carbossilico molecolare aggiuntivo che gli impedisce di legarsi ai recettori cerebrali responsabili della sensazione di sballo.
A questo punto, dunque, potresti pensare: “E quindi qual è il suo ruolo?”.
La prima cosa da tenere a mente è che senza il THCA non avremmo il THC né i numerosi benefici per la salute che gli vengono attribuiti dei quali parleremo più avanti in questo articolo.
Le piante di cannabis grezze producono naturalmente THCA, ma l’industria non è sempre stata chiara sulla distinzione rispetto allo psicotropo che tutti conosciamo: di fatto, quando il THCA viene esposto al calore, come nel caso del fumo, del vaping, del dabbing o della cottura, si converte nell’inebriante e amato cannabinoide THC.
Leggi anche:Cannabinoide CBG: proprietà, effetti e dove trovarlo
THC vs THCA: ci sono differenze?
Come abbiamo anticipato, la differenza principale tra THCA e THC è che il THCA non produce gli effetti intossicanti del THC.
Ma abbiamo anche detto che il THCA deve essere riscaldato per creare il THC, attraverso il fumo, il vaping, il dabbing o la cottura degli edibles. Questa conversione altera la struttura molecolare del THCA rimuovendo un anello carbossilico ed è esattamente questo processo che aiuta il THC a legarsi ai recettori CB1 del nostro corpo.
Gli effetti del THCA e del THC si sovrappongono in alcune aree.
Entrambi hanno il potenziale per trattare la nausea, ma il THCA è molto più promettente per affrontare l’infiammazione. D’altra parte, poiché il THCA non è intossicante, alcuni potrebbero trovarlo meno efficace per il sonno rispetto al THC attivato. Inoltre, mentre il THC non è raccomandato per i disturbi convulsivi, mentre il THCA può essere un valido alleato per affrontare queste condizioni.
Vediamo di approfondire.
Quali sono gli effetti e i benefici del THCA?
La cannabis grezza non produce la tipica sensazione di ‘sballo’ se consumata prima di essere decarbonizzata. Tuttavia, il consumo di cannabis grezza per il suo contenuto di THCA, ad esempio attraverso una spremuta, o l’assunzione di una tintura o di un edibile a base di THCA, offre alcuni degli stessi benefici del THC attivato senza intossicarsi.
Esatto, proprio così.
Alcuni resoconti aneddotici ritengono che il THCA provochi qualche effetto, ma la struttura molecolare del THCA gli impedisce di legarsi ai recettori CB nel sistema endocannabinoide del nostro corpo.
Ad ogni modo, al momento non ci sono dati sufficienti per indicare che il THCA non fornisce agli utenti un sollievo dal dolore come il THC, anche se interagisce comunque con i nostri recettori in modo più periferico.
Tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato che potrebbe anche avere potenziali qualità neuroprotettive che possono aiutare a rallentare e prevenire malattie neurodegenerative come la malattia di Huntington. In più, pare che potrebbe aiutare anche nel trattamento di condizioni come la colite e l’IBS, ovvero la Sindrome dell’Intestino Irritabile.
Per finire, i risultati preliminari suggeriscono che il THCA possa aiutare nei disturbi convulsivi.
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THCA e il suo ruolo nel mondo della cannabis: domande, proprietà e potenziali applicazioni
Quando si parla di THCA (acido tetraidrocannabinolico) è inevitabile confrontarlo con il suo derivato più noto, il tetraidrocannabinolo. Il THCA vs THC è infatti uno dei dibattiti più frequenti tra appassionati e studiosi: la molecola acida non possiede effetti psicoattivi diretti, ma rappresenta il precursore che, attraverso un processo chimico chiamato decarbossilazione, viene convertito in THC. Durante questa trasformazione il gruppo carbossilico si stacca dalla molecola, liberando anidride carbonica e dando origine alla sostanza che tutti conosciamo per il suo legame con i recettori del sistema endocannabinoide.
La maggior parte delle varietà di canapa e cannabis contiene una serie di cannabinoidi acidi, tra cui l’acido cannabigerolico (CBGA), considerato la molecola madre. Da esso derivano non solo il THCA, ma anche altri composti come il CBDA, che a sua volta si trasforma in cannabidiolo (CBD). Queste sostanze si sviluppano naturalmente nei fiori di cannabis durante la maturazione, grazie a fattori come la luce, il tempo e le condizioni ambientali.
Uno degli aspetti più interessanti riguarda le proprietà biologiche del THCA. Sebbene la cannabis cruda non causi lo “sballo”, diversi studi e resoconti preliminari ipotizzano un ruolo del THCA nella prevenzione o nel supporto ad alcune malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson. In particolare, è stata osservata una possibile azione neuroprotettiva che potrebbe rallentare la perdita di massa neuronale e preservare il peso funzionale del cervello. Inoltre, in modelli su animali, il THCA ha mostrato effetti promettenti nel ridurre l’infiammazione e nel modulare alcune risposte fisiologiche senza gli effetti collaterali associati al THC attivo.
Nonostante queste scoperte, restano ancora molte domande aperte: in che modo il THCA interagisce con altre sostanze della pianta? Qual è il suo reale potenziale terapeutico? E soprattutto, quali dosaggi e quali modalità di consumo risultano più efficaci? Alcuni esperti sottolineano anche la necessità di distinguere tra le diverse forme del composto, come il cosiddetto THCA A, che rappresenta una variante strutturale con caratteristiche specifiche ancora da chiarire.
In definitiva, parlare di THCA significa esplorare un mondo in cui la cannabis cruda, con i suoi acidi naturali e la sua chimica complessa, può rivelare segreti (segret) ancora poco compresi. Proprio per questo, la ricerca continua a investigare questa affascinante sostanza, alla scoperta di applicazioni che potrebbero cambiare radicalmente la percezione della pianta e il suo utilizzo futuro.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo cercato di fornire un breve insight su uno dei cannabinoidi meno noti, ovvero il THCA. Come abbiamo visto, si tratta di un composto non psicoattivo, a differenza del suo ‘cugino’ THC.
Inoltre, alcuni studi preliminari hanno evidenziato come questo cannabinoide possa rivelarsi un potenziale alleato in campo medico e per scopi ricreativi, fermo restando che la ricerca è ancora in corso e gli studi in fase embrionale.
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